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Recupero e notizie S. Donato

PROGETTO DI RECUPERO SAN DONATO

PROGETTO DI RECUPERO SAN DONATO - San Donato

Progetto di Recupero

Chiesa Santi Donato e Carpoforo

(Tratto dalla Relazione tecnica allegata al progetto architettonico

 A cura dell’Arch. Roberto Spreafico di Sirone)

 

(presentazione Power Point

 

DESCRIZIONE DELLA CHIESA

 

La chiesa dei Santi Donato e Carpoforo, collocata sulla sommità di un piccolo colle scosceso è una struttura nel complesso  realizzata  in  pietra  e laterizio, rivestita  da uno strato di intonaco, più volte reintegrato.

L’edificio, nato con funzione prettamente religiosa, presenta una pianta a croce latina ad unica navata.

La facciata a capanna, è scandita su tre differenti livelli e racchiusa sull’estremità da due angolari portanti in blocchi di pietra granitica, testata d’angolo.

Nel primo livello si apre l’ingresso alla chiesa tramite un portale antico, con una cornice in pietra granitica e portone in legno chiodato. Al di sopra si colloca una grande finestra monofora rettangolare, delimitata da una grata e serramento in ferro, fonte di luce privilegiata per la chiesa.

Una cornice aggettante in pietra granitica, segna l’inizio del secondo livello, in questo caso privo di qualsiasi apertura, anche se è chiaramente visibile la presenza di una seconda finestra attualmente cieca.

Conclude la facciata il frontone timpanato, su cui si appoggia un tetto a falde, su struttura lignea con manto di copertura in coppi a canale.

Le gronde e i pluviali sono in lamiera visibilmente deteriorata e a tratti incompleta. Il prospetto nord dell’edificio, è privo di forme ornamentali, anche se è visibile, sulla base della superficie muraria, la sagoma lobata di una probabile decorazione direttamente applicata sulla muratura.

Sul medesimo lato, si riconosce il volume, con copertura in coppi a canale, corrispondente al braccio sinistro del transetto della chiesa, provvista di una finestra rettangolare, con grata in ferro e serramento in legno, e dell’aggetto di un’edicola, al di sopra della quale è collocata una lunetta murata con una finestra monofora ovale, attualmente cieca.

L’area absidale, sul lato est, è delimitata esternamente da un altro apparato murario di forma squadrata, differente da quello appena descritto per la presenza di un basamento in pietra e mattoni, oltre ad una sottile cornice decorativa in mattoncini pieni, collocata nella parte sommitale.

Il prospetto sud è accomunato a quello nord per la presenza di sagome di forma lobata dalla funzione attualmente sconosciuta.

Anche questo lato della chiesa è definito da un volume aggettante che corrisponde all’interno della chiesa ad una cappella e al locale adibito a sacrestia.

In questo corpo si apre al piano terra una finestra monofora, rettangolare, provvista di grata in ferro e serramento in legno, priva del vetro di protezione.

Al di sopra, nella stessa direzione, un’altra finestrella di medesime caratteristiche, a fianco della quale si trova una seconda apertura, monofora rettangolare, inserita all’interno di una lunetta in muratura, attualmente priva di decorazioni.

Osservando il prospetto sud, qui descritto, si notano inoltre i resti di un’antica meridiana.

Sovrasta la vecchia chiesetta una croce bronzea e un campanile dall’insolita forma (pianta triangolare) con campane in bronzo, decorate a basso rilievo.

L’interno della chiesa dei Santi Donato e Carpoforo, si presenta spoglia ed in disuso.

L’area dell’altare è sopraelevata rispetto all’intera aula, dalla quale si accede tramite gradini in pietra ed è delimitata da una balaustra in pietra arenaria.

Il presbiterio a pianta quadrata non presenta particolari decorazioni, solo al centro della parete frontale, un vano rettangolare, sormontato da una sorta di cimasa o decorazione pittorica doveva ospitare la pala d’altare attualmente traslata nella chiesa di S.Lorenzo Martire.

in Brianzola di Castello di Brianza (medesima Parrocchia) e conservata nella navata laterale destra (rappresenta la Madonna col Bambino tra Angeli e Santi, tra cui probabilmente gli stessi Santi Donato e Carpoforo). Attualmente, l’aula è priva della mensa.

Circonda l’abside un ampio fregio decorato con motivi ad arabesco su fondo color ocra. L’ampio cornicione modanato, realizzato in stucco, separa le pareti dalle volte. La volta dell’abside, è caratterizzata da tre lunette unghiate, e da un medaglione affrescato collocato centralmente alla vela.

Tale decorazione pittorica, quella meglio mantenutasi nel tempo, rappresenta l’agnello immolato, soggetto sacro-religioso, collocato su sfondo in tinta gialla e azzurra.

Lungo la navata centrale si incontrano rispettivamente sui lati sinistro e destro, due cappelle laterali.

La prima probabilmente dedicata a S. Giovanni Battista è collocata in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla navata centrale.

All’interno, un altare dalle ampie dimensioni, in pietra e stucco, ornato da decorazioni pittoriche a finto marmo.

Appoggiato al centro dell’altare, un piccolo tabernacolo, realizzato secondo lo stile di una minuta architettura classica, è contraddistinta da colonne, fregio e timpano.

Al di sopra di questo volume si apre nella parete una nicchia dalla cornice dipinta a toni di grigio-verde scuro. All’interno del vano, la tinta azzurra (dipinta a tempera), della parete serviva probabilmente da sfondo pittorico per una statua votiva, non pervenuta.

La cappella, che ha subito un notevole degrado nel tempo, presenta sulla medesima parete, più strati di decorazioni pittoriche, sovrapposte nel tempo.

Lo strato a vista più esterno è decorato con pittura probabilmente ottocentesca a finta architettura, realizzata a tempera, molto friabile e in alcuni punti decoesa.

Lo strato precedente, leggermente intonacato al giallo, mostra una decorazione a finto marmo rosso con venature e bordura in tono scuro contrastante.

L’altra cappella laterale, è soggetta dalla presenza di fessure non trascurabili che solcano la muratura.

Sullo strato più a vista, delle pareti nella navata centrale, si denotano isole di colore Terra di Siena. Stesura a tempera con caratteristico degrado per impoverimento del legante.

Le pareti laterali della navata, scandite su due differenti livelli da lesene, sono provviste di tinte pittoriche dai toni azzurro-rosa, come le pareti.

Concludendo, la controfacciata, dalle forme semplici, segnata dall’ampia apertura del portone d’ingresso, presenta secondo lo strato a vista, più esterno, decorazioni a finta architettura, di recente fattura realizzate a tempera. Il primo strato è di colore azzurro, in stesura sottile, seguito da un intonaco in giallo molto tenue e irregolare.

Nel complesso il supporto murario rivela una struttura portante in mattoni con rinzaffo e arriccio di malta di calce ed inerti a medio e grossa granulometria.

In più zone, le analisi stratigrafiche hanno riscontrato un intonachino pittorico di ottima qualità. Le finiture a calce si ripetono negli stessi toni: rosa, giallo ocra, grigio-azzurro.

L’unico tono diffuso su tutte le superfici è una velatura grigio-azzurra. Più in profondità si rilevano ottime finiture a calce nei colori rosa, giallo ocra, grigio apparentemente senza un apparato decorativo unitario: rosa per il lato sinistro; giallo il lato destro e la controfacciata, mentre grigio-azzurro per la zona dell’altare.

 

IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE

 

GLI ASPETTI TEORICI DEL PROGETTO DI RESTAURO

 

CRITERI E MOTIVAZIONI DELL’INTERVENTO

 

Con lo studio progettuale in corso si intende mettere a punto una proposta progettuale ed operativa per il restauro degli interni e delle superfici esterne con consolidamenti, adeguamento e rinnovamento degli impianti, miglioramento delle accessibilità, per il riuso a Sala Polifunzionale della Chiesa dei Santi Donato e Carpoforo di proprietà della Parrocchia di San Lorenzo Martire, attualmente sconsacrata. Obiettivo della committenza è di giungere al completamento del restauro del monumento con miglioramenti funzionali ed estetici, con lo scopo di valorizzare e salvaguardare un monumento di interesse storico, artistico ed architettonico e predisporre le migliori condizioni  per  l’utilizzo  sociale del  manufatto, quale  Sala Polifunzionale.

L’iter progettuale si sviluppata nel rispetto della realtà storica della chiesa e dell’opera con salvaguardia della sua storicità mediante una completa presa di coscienza di essa, con un progetto caratterizzato da un atteggiamento conservativo verso i loro valori storico-artistici e con la ricerca di una risposta progettuale pertinente alle esigenze della Parrocchia e dell’Associazione.

 

LA REDAZIONE DEL PROGETTO

 

La fase preliminare della conoscenza ha assunto grande importanza. In questa fase la chiesa è stata considerata nel suo “stato attuale”, in quanto momento riepilogativo e significativo di tutte le stratificazioni che materialmente l’hanno caratterizzata nel suo divenire.

Tale fase propedeutica è stata coordinata dai volontari dell’Associazione, che hanno incaricato tecnici specialistici per diversi operazioni di rilievo ed indagine.

Il rilievo è spaziato oltre la prima indispensabile fase geometrica, a  quella  materica e  di analisi del degrado per descrivere le stratificazioni materiche e le caratteristiche distributive e tipologiche del monumento.

Lo studio iniziale è stato rivolto alla verifica della consistenza degli elementi presenti, in particolare degli elementi architettonici, decorativi, strutturali. Gli interventi di consolidamento verranno proposti nei confronti dei soli elementi dissestati o irrecuperabili.

 

INDAGINI, ANALISI VISIVE

 

Le analisi e le indagini sono state finalizzate soprattutto alla verifica della consistenza dei manufatti, delle superfici, degli elementi architettonici, delle superfici decorate… per accertare la reale necessità di sostituzione degli elementi dissestati e degradati.

In particolare sono state rivolte alla:

  • Valutazione dello stato di conservazione e caratterizzazione meccanica di parti strutturali (sostegni, plinti, volte…);
  • Analisi diagnostica dello stato di conservazione delle superfici con mappatura del degrado attraverso l’esame visivo con controllo di tutte le superfici, per una mappatura dei materiali presenti, e per rilevare il loro stato di conservazione;
  • Controllo dello stato di conservazione delle superfici, che presentano fenomeni di degrado per presenza di Sali, sollevamenti e per fessurazioni;
  • Valutazione dello stato degli impianti presenti, per la loro messa a norma e modernizzazione (elettrico-illuminazione e di riscaldamento).

Si è proseguito quindi con l’analisi delle tecniche costruttive per determinare i difetti e i limiti insiti in esse, le carenze esecutive, le caratteristiche e l'entità stessa dei fenomeni di degrado successivi.

Le indagini eseguite sono le seguenti:

  • Rilievo geometrico;
  • Rilievo materico e relativa restituzione grafica;
  • Analisi del degrado e relativa restituzione grafica;
  • Indagine termografica e prove gravimetriche;
  • Rilievo termo-igrometrico delle murature e superfici;
  • Indagini di laboratorio – caratterizzazioni fisico/chimiche delle malte;
  • Indagini biologiche
  • Relazione del Restauratore – Tasselli Stratigrafici;

 

STATO DI CONSERVAZIONE

 

Di ogni struttura e di ogni elemento costruttivo si è valutata la consistenza. Un attento esame ha permesso un’adeguata comprensione dello stato d'invecchiamento consentendo di impostare la progettazione di quegli interventi necessari ad eliminare il degrado ed i dissesti.

Si sono ricercate innanzitutto le “cause” che hanno determinato le alterazioni degli stati di equilibrio originario in quanto l’intervento prevede non solo la messa in sicurezza, ma anche l’eliminazione delle cause.

Si è ritenuto opportuno raccogliere in specifici elaborati grafici l’analisi dello stato di degrado che interessa tutte le superfici della chiesa, sulle quali sono stati descritti gli stati di alterazione.

 

DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI

ALTERAZIONI RISCONTRATE

 

Le indagini preliminari sono state effettuate secondo le normative UNI. In particolare per una prima valutazione dello stato di conservazione si è proceduto con un’attenta osservazione visiva del manufatto. Il coordinamento delle indagini ed analisi espletate nel 2004-2005 è stato a cura dell’arch. Roberto Segattini (Como), poi proseguite ed ampliate da parte dell’arch. Roberto Spreafico di Sirone (Lc).

 


ANALISI STRUTTURALE

 

L’analisi strutturale ha evidenziato:

 

-          Lesioni strutturali con andamento verticale per quanto riguarda le superfici del presbiterio, della cappella di destra e della sacrestia;

-          Lesioni e distacchi tra le pareti del presbiterio e le lunette;

-          Catene metalliche site sopra il cornicione lungo le pareti longitudinali della chiesa da verificare;

-          un quadro fessurativo diffuso sulle superfici delle volte della chiesa;

-          breccia nella muratura orientale esterna della cappella settentrionale;

-          una porzione del campaniletto risulta crollata, altre porzioni sono staccate ed a rischio di caduta; nel sottotetto è evidente che uno dei tre lati del campanile poggia su una trave di ferro, ed un getto in C.A., appoggiata sulle murature della chiesa;

-          per quanto riguarda la copertura, il manto in coppi e la listellatura sono da revisionare (con recupero dei coppi sani), l’orditura secondaria è in parte recuperabile, in parte fortemente ammalo rata, l’orditura primaria (n.3 capriate sopra l’aula + travi di colmo e saette) è in discrete condizioni, in parte da consolidare con elementi in ferro.

 

PROPOSTE DI INTERVENTO

 

L’INTERVENTO DI CONSERVAZIONE

 

I protocolli d'intervento (rif. NORMAL 20/85) vengono ora indicati sulla base delle attuali conoscenze e canoni d’intervento e sono definiti sulla base degli esiti delle informazioni acquisite grazie alle indagini sugli elementi e superfici, nonché dalle indagini sugli elementi lapidei naturali ed artificiali.

Proposte grafiche in scala 1:50 sono state redatte nella fase definitiva per l’elaborazione e l'indicazione delle mappature delle diverse operazioni da eseguire.

Per quanto riguarda le superfici si potrebbero prevedere ulteriori campionature con esplorazioni delle superfici, verificando così ulteriormente la stratigrafia, la consistenza dei materiali stessi e la presenza di diversificati strati. I risultati permetteranno di sviluppare una proposta metodologica ancora più raffinata rispetto alle attuali conoscenze.

Lo sviluppo dell'itinerario previsto verrà, in via preliminare, definito con la Committenza e gli Organismi di Tutela.

 

OBIETTIVI DELL’INTERVENTO

 

Lo studio compiuto ha avuto l’obiettivo di:

-        approfondire e completare la conoscenza storica e fisica del monumento con ricerche ed indagini non invasive;

-        verifica strutturale generale;

-        restauro conservativo delle superfici;

-        restauro degli elementi lapidei naturali ed artificiali presenti;

-    verifica e messa a norma delle dotazioni impiantistiche elettriche, di illuminazione e di riscaldamento;

-     miglioramento della fruibilità ed accessibilità in relazione alla nuova funzione d’uso quale Sala Polivalente.

L’intervento   verrà    condotto  sulla   base    dello   schema proposto ed approvato, salvo situazioni non prevedibili che saranno oggetto di studio e messa a punto durante l’intervento stesso.

 

GLI INTERVENTI

 

Presa in esame l'esperienza maturata e le indicazioni suggerite dalla manualistica, si ritiene utile proporre quegli interventi che, entro costi accettabili, consentano di ritrovare un corretto equilibrio dello stato fisico del monumento, eliminando soltanto ciò che può essere dannoso per la conservazione dei materiali.

Il restauro, nel suo intento conservativo, prevede una progressiva serie di interventi. In tal senso, verrà preliminarmente effettuata un'esplorazione oggettiva di alcune superfici che suscitano preoccupazione nella sua attuale consistenza. Questa fase si rivolge perciò ad ottenere una migliore conoscenza degli elementi presenti. In questi casi si prevedono campionature, verificando così la consistenza dei materiali stessi e la presenza di particolari patologie. I risultati permetteranno di scegliere successivamente una soluzione o soluzioni intermedie o miste.

Sulle restanti superfici si ritiene di intervenire facendo precedere ogni operazione sia da un controllo dei fenomeni anomali, sia dall'analisi diretta delle superfici, in modo da dare avvio a campionature, con un'azione differenziata, atta a soddisfare l'intento conservativo e di recupero ambientale.

 

L’INTERVENTO DI CONSERVAZIONE

 

Si propone, per il risanamento di anomalie alle superfici e strutture del manufatto e per migliorare la fruibilità dei vani, una serie di interventi atti a migliorare il sito, garantirne una migliore conservazione e accessibilità.

 

Eventuali interventi preventivi per l'umidità

di risalita capillare

L’intervento consisterà nell’asportazione, nelle sole parti interessate ed individuate dall’indagine termoigrometrica o degradate, dei materiali esistenti non traspiranti (intonaci e/o rappezzi cementizi ...) con successiva stesura, sulle stesse superfici di materiali idonei traspiranti (es. stesura di intonaco traspirante previa stesura di rinzaffo, intervento in grado di garantire una corretta traspirazione dell’eventuale umidità senza il verificarsi del fenomeno delle efflorescenze; tale intonaco sarà costituito con malta composta da una miscela di calci naturali bianche con carattere di idraulicità e bassissimo contenuto di sali idrosolubili, ottenute dalla calcinazione a bassa temperatura di calcari silicei ed aggregati selezionati).

La proposta ha quindi il solo scopo di ritrovare il giusto equilibrio e rapporto tra umidità e materiali di superficie, evitando nel contempo eccessivi apporti di sali cristallizzati.

L’intervento si concluderà con l’applicazione di tinte date a velatura a base di calce naturale, nelle tonalità analoghe alle aree circostanti.

 

Opere di risanamento e accessibilità

 

Saranno necessari interventi edili di miglioramento e risanamento:

  • Verifica della copertura con consolidamenti localizzati sulla struttura primaria lignea; parziale sostituzione degli elementi lignei irrecuperabili e fatiscenti dell’orditura secondaria, nuovo assito ligneo con foglio traspirante, ricorsa del manto di copertura in coppi canale con recupero degli stessi ed integrazione con analoghi, posati con appositi ganci in rame, elementi per colmo ventilato ed elementi parapasseri alla gronda;
  • Trattamento antiparassitario e fughicida di prevenzione del legname della copertura;
  • Messa in opera dei dispositivi concernenti gli edifici, per la prevenzione dei rischi di caduta in occasione di interventi in luoghi elevati, come previsto dal Regolamento di Igiene, Titolo III, capitolo 16, ai sensi della norma UNI EN 795. Per coperture oggetto d’intervento:
    • colmo e copertura dell’aula (fissaggio al colmo);
    • colmo e copertura del presbiterio (fissaggio al colmo);
    • coperture ali laterali (fissaggio alle pareti);
  • Sostituzione delle scossaline, dei pluviali e canali in lamiera di zinco o rame ammalo rati o logori, per le gronde, gli aggetti e gli sporti necessitanti, con nuova lattoneria in rame;
  • Verifica della pavimentazione e realizzazione di nuovo vespaio interno, previo scavo scientifico archeologico e successiva realizzazione della nuova pavimentazione con recupero e riposa degli elementi (cotto o marmette) esistenti;
  • Realizzazione di scannafosso esterno perimetrale alla chiesa;
  • Controllo e/o proposta di idonei serramenti con vetrate dell’ultima generazione con vetri esterni di sicurezza e intercapedini con film selettivi e gas argon per garantire la minore dispersione termica ed un controllo delle radiazioni dannose esterne, con recupero dei serramenti lignei ove recuperabili;
  • Trattamento e consolidamento degli elementi in ferro, delle grate delle finestre e delle reti di protezione delle aperture (trattamenti antiossidazione o sostituzione ove non recuperabili);
  • Impermeabilizzazione dei piani orizzontali soggetti a pioggia battente.

 

Opere di consolidamento

Si prevedono le seguenti operazioni di consolidamento delle strutture:

 

  • Inserimento di una serie di nuovi tiranti di diametro adeguato per contenere le spinte dell’arco e delle colte; la quota del tirante si deve avvicinare il più possibile alla quota delle “reni” dell’arco;
  • Per quanto riguarda le coperture, si prevede un rinforzo localizzato di travi o elementi strutturali in tavolame di grosso spessore o elementi metallici, mediante ferri piatti o profilati a C, di adeguate dimensioni, posizionati a vista in zone tese o compresse, previa regolarizzazione delle sedi, fissati con viti mordenti e pasta di legno e colla, completi di fasciature e ripartitori sempre di ferri piatti. Solo ove sarà strettamente necessario si prevede la sostituzione di elementi ammalo rati, irrecuperabili, con posa in opera di nuova orditura lignea primaria formata da travi uso Trieste in abete di sezione calcolata, sulla base di verifiche di portata e campionature, preventivamente impregnate. Inoltre esecuzione di legamenti in reggia di ferro, grappe, opportuni incastri e chiodature per collegare i nuovi inserti alle preesistenti parti lignee. Successiva posa in opera dell’orditura lignea secondaria. In sostituzione di quella irrecuperabile, con travetti di abete uso Trieste, di diametro 12 cm, in opera con l’impregnatura antiparassitaria.
  • Ricostruzione delle brecce del campaniletto, con rinforzi della copertura e dei conci: ricucitura delle murature lesionate, comprese le porzioni di piedritti, archi e volte, effettuato a cuci e scuci;
  • Cucitura e iniezione delle lesioni con malta a base idraulica a basso contenuto di Sali e a ritiro controllato. Successiva sigillatura dei fori e rasatura della lesione prima delle finiture superficiali.

 

Opere di adeguamento per la nuova funzione

di “Sala Polivalente”

 

Per quanto riguarda la nuova funzione a Sala Polivalente che la chiesa, ad oggi sconsacrata, avrà dopo i restauri (con l’eventuale gestione da parte dell’Associazione S. Donato), si prevedono opere edili e tecnologiche di adeguamento:

  • Formazione di palco nell’area presbiteriale con elementi metallici di appoggio e assito ligneo, in appoggio sulla pavimentazione esistente. Il palco sarà all’altezza della balaustra esistente e sarà dotato di scaletta di accesso ritraibile e sipario;
  • Opere per l’accessibilità agli spazi comuni con realizzazione di rampe e pedane lignee ove necessario (ingresso, accesso ai servizi igienici,..);
  • Attrezzatura del vano sacrestia con servizi igienici, vani sgombero, spazi di allocazione delle apparecchiature tecniche (Rec impianti elettrici e di illuminazione di scienza, impianti audio,..);
  • Ricostruzione del soppalco ligneo della sacrestia, ove preesistente (sedi esistenti di travi e travetti) a metà dell’altezza del vano sacrestia, con acceso dal piano di scena con scala interna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

NOTIZIE STORICHE CHIESA DI S. DONATO

NOTIZIE STORICHE CHIESA DI S. DONATO - San Donato

La più antica memoria della chiesa, la quale non si trova elencata negli inventari di Goffredo da Bussero nonostante il paragrafo dedicato a S. Donato sia tra i più completi, risale al 1358 per una permuta tra un beneficio nella chiesa dei santi Donato e Carpoforo, tenuto da prete Francesco da Lugano, e un canonicato nella collegiata di S. Stefano di Mazzo, sopra Tirano, per la quale si era mosso il papa Innocenzo III.

 E’ lecito ritenere quindi che già nel XIII secolo S. Donato e Carpoforo dipendesse dalla parrocchiale di Brianza, alla quale si era tenuta a versare le decime e a rispettare un rito che, per l’ampio significato, sembrerebbe di origini remote.

Alludiamo alla tradizione che nel medioevo vedeva tutte le comunità soggette a S. Vittore salire, nel giorno della festa patronale, in processione alla chiesa matrice.

 Registrò il Beretta  (don Rinaldo Beretta Appunti storici su alcuni monasteri e località della Brianza”) che anticamente quei di Brianzola usavano andare in processione alla chiesa di S. Margherita e a quella di S. Donato di Cologna.

 Ricordiamo che S. Margherita era la chiesa del castello di Brianzola, ma soprattutto notiamo che tra Cologna, Brianzola e Colle Brianza correva il confine della pieve di Missaglia. 

Ciò significa che il costume delle processioni lungo tale percorso potrebbe riproporre la lustratio pagi praticata dalle tribù primitive che, assoggettate ai romani e confinate nel proprio territorio, erano solite percorrere annualmente i confini allo scopo di propiziare gli dei e confermare il proprio spazio; rito questo ripreso dal cristianesimo.

Facendo un passo avanti nella storia, arriviamo nella metà del 1500, dove, sono le visite pastorali a darci notizie sulla chiesa.

Il 22 ottobre 1567 giunge a Cologna il  delegato di S. Carlo, padre Leonetto Chiavone, che visita la chiesa intitolata ai Santi Donato e Carpoforo  nella parrocchia di S. Vittore di Brianza, riportando queste notizie: “Detta chiesa è lunga 13 braccia (7,73 m) e larga 7 (4,16 m), è coperta solo di tegole ed è male pavimentata, ha una campanella e l’altare si colloca sotto una volta dipinta. C’è un sepolcro sopra il pavimento ed un altro sotto terra, ma è privo di coperchio. Il cimitero è aperto.”

 La descrizione riflette la decadenza che aveva coinvolto, al tramonto del medioevo, un po’ tutte le chiese rurali.

Il visitatore chiede che si levi il sepolcro adagiato sul pavimento. L’altro invece deve essere chiuso con un coperchio di selce entro il 25 dicembre, Natale del Signore, unitamente alla posa di un nuovo pavimento per tutta la chiesa.

La chiesa possiede un calice con la coppa d’argento internamente dorato e un altro calice per la celebrazione della S. Messa.

Alla cura di S. Vittore in Brianza appartengono le seguenti chiese: SS. Donato e Carpoforo di Cologna, S. Lorenzo di Brianzola e S. Margherita di Brianzola.

 Un’ordinazione emessa dal Card. Borromeo per la pieve di Missaglia concede un’autorizzazione a Marcantonio Missaglia di abbattere una parete della chiesa di Cologna per ricostruirla di nuovo.

Il 19 agosto 1571 S. Carlo Borromeo è personalmente a Cologna e lascia la descrizione della chiesa:

 “C’è l’altare maggiore costruito sotto una volta dipinta. La semicupola è dipinta bene, lunga e stretta. Lo stesso altare è lungo e largo come prescritto con gli ornamenti necessari. Non è consacrato e la pietra sacra è regolare e integra. Sopra la mensa ci sono due gradini di pietra.  Lo adorna una bella croce di ottone, un paio di angeli splendidi e due candelieri di ottone. Nell’angolo sinistro dell’altare c’è una finestrella priva di grata e tela.

A questa semicupola si sale mediante due gradini di pietra. Le pareti sono decorate con dipinti antichi e in alcuni spazi corrosi, il pavimento è decorosamente lastricato. Una porta maggiore ed un ingresso verso settentrione. Nessuna finestra eccetto la piccola laterale ed una in fronte.

Il cielo non è soffittato, in particolare quello che sta presso l’altare maggiore. Una campana è sorretta da due pilastrelli, a sinistra provenendo dalla semicupola. In questa chiesa celebra uno dei frati del monastero di S. Maria Hoè senza licenza.”

 Interessante è l’approccio di S. Carlo a questa chiesa, che prima di iniziare la Visita pastorale con l’ispezione dei luoghi di culto benedice i defunti con una liturgia di suffragio in chiesa che si conclude nel cimitero.

Questo gesto generalmente è riportato negli Atti di Visita come prassi comune alle chiese parrocchiali. 

S. Carlo ribadisce che il presbiterio è angusto e la volta dipinta mentre lo colpiscono gli angeli che adornano l’altare. L’antichità della chiesa è manifesta nei dipinti assai vetusti, tanto da essere corrosi in alcune parti.  

 S. Carlo richiede i seguenti interventi per rendere onorevole la chiesa: “l’altare sia dotato di un paio di candelieri di ottone, la finestra che si trova a sinistra dell’altare sia protetta da inferriate a tela. 

Le due finestre della chiesa siano ampliate per meglio illuminare l’ambiente e protette con una grata di ferro e tela, il tetto che copre lo spazio in cui è posato l’altare si aggiusti e  si soffitti la chiesa. Non si ammetta nessun sacerdote a celebrare in questa chiesa se non è provvisto di regolare licenza scritta, rilasciata dal Vicario generale, e si celebri solo in rito ambrosiano”.  

Nella maggioranza dei casi le Ordinazioni restano sulla carta, come conferma il Vicario foraneo, che nel febbraio 1577 annota amaramente che a Cologna, nella chiesa intitolata ai Santi Donato e Carpoforo, non è stato eseguito nulla di quanto ordinato nella Visita precedente.

 Viene vietata la celebrazione in questa chiesa sia al curato sia a qualsiasi altro sacerdote, se entro quindici giorni non verrà riparato il tetto, adeguato l’altare e si faccia quanto prescritto nelle ordinazioni. 

Sia eliminata ogni interferenza del Sig. Missaglia (Marcantonio Missaglia, più volte richiamato nelle descrizioni, il quale pare abbia qualche legame con la chiesa: a volte per essere benefattore, altre volte come usurpatore di beni) in essa chiesa e le chiavi della porta siano consegnate al cappellano.

 Richiamo rimasto ancora inascoltato perché nella visita vicariale del 1579 il Visitatore si lamenta che nella chiesa di S. Donato di Cologna manca tutto, fatta eccezione per la predella dell’altare ed una croce di ottone.

Non c’è la croce nel cimitero.

 L’8 agosto 1583 giunge l’ultimo delegato carolino a visitare l’oratorio dei SS. Donato e Carpoforo nel luogo di Cologna, membro della parrocchia di Brianza che non risulta consacrato. 

C’è un altare in  una cappella  modesta e oscura, piccola, non bene dipinta ed è regolare. Sopra quello una mensa di legno ed in essa è inserita una pietra sacra. Lo adorna una croce, tovaglie e due candelieri.  

Si sale alla cappella, che minaccia di cadere, mediante due gradini di pietra alti e sopra l’ultimo sono fissate le inferiate; poi all’altare per una predella irregolare troppo umile, per cui tra la predella e la grata c’è lo spazio di 2 cubiti (0,888 m). La finestrella per gli orioli non è regolare. Inesistente il crocifisso sotto l’arco.  

Il pavimento non è pieno. Le pareti sono grezze.

La porta maggiore del frontespizio è sormontata da una finestrella priva di protezioni.

C’è una porta sul fianco settentrionale presso l’inferriata della cappella.

Tre le finestrelle: due si aprono nella parete meridionale e l’altra in quella settentrionale; tutte senza grata e tela. Il vaso dell’acqua santa è indecente.

 C’è il confessionale regolare. Irregolari i sepolcri con coperchio. Il cimitero circonda la chiesa, non cintato ma in esso è eretta la croce. Inesistente il campanile ma c’è una campana sopra un pilastro.

Assente la sacrestia.

 La facciata è in evidente stato di degrado, mentre l’interno pare abbia subito qualche mutamento perché le pareti non sono più dipinte né intonacate.

Inoltre per favorire la penetrazione nell’aula della luce sono state aperte due nuove finestre che si aggiungono alle due preesistenti.

 Il Visitatore chiede che all’ingresso della cappella si posi un gradino regolare, sopra il quale venga fissata la grata di ferro. Il crocifisso si fissi ad una trave decorosa sottostante l’arco situato all’ingresso della cappella.

La parete del frontespizio  sia riparata. Il soffitto si decori.

Le pareti siano intonacate e imbiancate. Il pavimento sia reso piano.  

 Dalle notizie degli ultimi anni del 1500 si legge che l’oratorio sorge sulla sommità del colle, rimane ignoto l’anno di fondazione. Consta di una sola navata che si sviluppa a forma di croce.

Le  cappelle  laterali  sono due, di  cui  una   in  memoria  di S. Giovanni Battista, mentre dell’altra non è riportata l’intitolazione.

 Con la nascita della nuova Parrocchia di S. Lorenzo M. istituita in Brianzola il 7 settembre 1609, per volere del Card. Federico Borromeo, Cologna cessa di far parte dall’antica parrocchia di S. Vittore in Brianza, venendo così inserita nella S. Lorenzo Martire.  

 Per trovare altre notizie bisogna arrivare nella metà del 1700, Card. Pozzobonelli (cardinale dal 1743 al 1783) scrive: 

 “L’oratorio sorge sulla sommità del colle, ma rimane ignoto l’anno di fondazione.

Consta di una sola navata che si sviluppa a forma di croce.

Le cappelle laterali sono due, di cui una in memoria di S. Giovanni Battista mentre l’altra non è riportata l’intitolazione.

Viene eretta la croce all’interno del cimitero che circonda la chiesa ma non è recintato”.

 Dal catasto Teresiano del 1721, nella frazione di Cologna si identifica la chiesa dei SS. Donato e Carpoforo, secondo una pianta a croce latina, prova del corpo aggregante della sacrestia, realizzato in epoca successiva.

 Il catasto lombardo - veneto del 1857 ripropone la chiesa secondo uno stile grafico più leggibile e chiaro del documento catastale precedente. Si nota l’aggiunta, a fianco dell’edificio sacro, del corpo aggettante, adibito a sacrestia.

 Il 19 dicembre 1897 si comincia la celebrazione della S. Messa festiva in S. Donato a Cologna da parte  dei Padri  Camaldolesi di S. Genesio.

 Il cessato catasto del 1898 mostra di nuovo la chiesa, senza identificare particolari dettagli o modifiche apportate.

 Il 7 luglio 1901 i Padri di Sabbioncello incominciano a celebrare la S. Messa in S. Donato a Cologna.

 Il 13 settembre 1903 si benedice la nuova Via Crucis a Cologna in S. Donato. Processione con i quadri del portico casa Rocca. Funziona Padre Leone di Sabbioncello.

 Il 30 aprile 1925 viene celebrata la festa solenne in S. Donato con la santa benedizione del Tabernacolo.

Cologna è tutta parata con l’illuminazione elettrica sulla facciata della Chiesa e in paese.

 Le ultime decorazioni del S. Donato risalgono al 1934.

Il 26 agosto 1934 si celebra la solenne inaugurazione della Chiesa nuovamente decorata dal pittore Cosimo Colombo di Porlezza.

Il 6 settembre 1936 si svolge la processione dalla chiesa di S. Donato a Cologna con Maria Bambina portata dai Combattenti.

Si attraversano tutte le frazioni fino a Brianzola.

 In data 15 aprile 1938, con la posa della prima pietra si inizia la realizzazione della Chiesa Nuova, vicino alla S. Donato, voluta fortemente dal Parroco don Paolo Gallizia.

La Chiesa Nuova viene consacrata il 9 agosto 1940 e per opera del Card. Schuster diviene Parrocchia di S. Lorenzo Martire in Castello di Brianza a partire dal 1941.

 In seguito agli eventi del mese di aprile 1945, la chiesa di S. Donato funziona da prigione per i fascisti.

 Nel giugno 1946 la Chiesa di S. Donato viene trasformata in salone teatro e viene costruito il palcoscenico.

Il 7 aprile 1947 Lunedì di Pasqua, viene effettuata la prima recita!

Nei decenni successivi la chiesa viene progressivamente abbandonata, adibita a palestra e come deposito di carta.

A partire dagli anni ’90 nella chiesa di S. Donato viene allestito un presepe permanente.

 In data 14 gennaio 2002 si costituisce ufficialmente l’Associazione Culturale S. Donato, il cui scopo principale è il recupero della chiesa di S. Donato come salone polivalente.

Per diversi mesi del 2002 i volontari dell'Associazione Culturale S. Donato lavorano per una massiccia pulizia interna della Chiesa di S. Donato.

 Il 25 dicembre 2002 al termine la S. Messa di Mezzanotte in chiesa di S. Donato viene aperta la prima mostra fotografica del concorso presepi, che viene riproposta negli anni 2003 2004 - 2005.

 Dal 23 aprile al 1° maggio 2005 viene allestita una mostra fotografica personale curata da  Patrizio Brambilla.

 Il 7 maggio 2010 viene presentato ufficialmente a tutta la comunità il progetto definitivo per il restauro ed il recupero della chiesa di S. Donato; progetto ultimato e depositato presso la Curia Arcivescovile di Milano in attesa di sviluppi.

 Il 14 gennaio 2012 l’Associazione Culturale S. Donato compie 10 anni e mantiene vivo il sogno del recupero della chiesa di S. Donato! Nei mesi di aprile/giugno 2012 la chiesa viene nuovamente ripulita e dotata di un nuovo impianto di illuminazione.

Nell'estate 2012 il S. Donato riapre al pubblico con una rassegna estiva (conferenza storica dott. Ponzoni, concerto musicale Luca e MIchele, esibizione coro piccoli cantori, saluto al coro della Lituania, serata "Paese che vai", visione documentario "Ciar cumè l'acqua del Lamber", esibizione Francesco Magni) ed ospita le prove della compagnia teatrale "I giullari di Castello" alle prese con la commedia dialettale "Che gibilee per quater danee".

Nel 2013 viene riproposta la rassegna estiva (esibizione "coro Brianza" di Missaglia, presentazione libro e visione dvd teatro  della compagnia "I giullari di Castello", serata "Paese che vai", esibizione Chiara e Francesca) e istituito il Natale in S. Donato (distribuzione dvd documentario "Castel, sumeonza de paes", concerto natalizio coro "La torr" di Merate, lavoretti scuola dell'infanzia).